In questo anno appena trascorso abbiamo assistito, impotenti, alla rottura della rete di solidarietà nella nostra città, fattore che ha provocato lo sbriciolamento di quel patrimonio di sostegno collettivo in passato tanto in voga. Mentre tutti noi siamo circondati da una ripresa economica vulnerabile, i cittadini chiedono a gran voce fiducia e affidabilità. La situazione economica delle persone si sta notevolmente aggravando ed occorrono interventi sociali straordinari ed immediati. Le disuguaglianze stanno aumentando a vista d’occhio e purtroppo non possiamo più contare come in passato su quelle reti di protezione che erano rappresentate dalle famiglie o dal volontariato, una ricchezza che già ci aveva permesso di affrontare la passata crisi economica dalla quale – peraltro – non ne eravamo ancora pienamente usciti. Neanche il tempo di vedere un po’ di luce ed ecco qui che, dalla scorsa primavera, ne è subito iniziata una nuova. Penso ad esempio alle attività economiche del nostro territorio, ai troppi negozi di vicinato che hanno abbassato per sempre le loro saracinesche o che rischiano di farlo e ai nostri mercati di quartiere, abbandonanti al degrado e senza certezza del futuro, in balia di una normativa di riferimento messa continuamente in discussione. Dobbiamo affiancarli nella ripresa, attraverso politiche mirate e attingendo alle opportunità offerte dai finanziamenti europei, nazionali e regionali, strumenti che devono essere utilizzati, dall’amministrazione, per il benessere dei cittadini. Inoltre dobbiamo ricostruire tutti insieme quel patrimonio di solidarietà civica che ci ha permesso, così tante volte, di cavarcela. Ho constatato personalmente che i cittadini chiedono a gran voce di avere un territorio curato per viverlo nella sua interezza. Sogno una città pulita, verde, libera dal degrado dei manifesti abusivi e da atti di inciviltà, che sappia offrire servizi evoluti alla popolazione e che ci consenta di viaggiare con mezzi pubblici ma anche con strumenti innovativi come il car sharing. È importante riprenderci i nostri spazi per poter far crescere i nostri figli in un ambiente non degradato e sicuro. È importante – e lo dicevo prima a proposito dei quartieri più periferici del nostro municipio – non lasciare indietro nessuno. Ho inteso da sempre la politica come un mezzo inclusivo e non esclusivo. Sarà importante per il municipio avviare un dialogo con l’amministrazione comunale per quanto riguarda, ad esempio, i trasporti: è fondamentale, a mio giudizio, che il nostro territorio non attraversato da linee metropolitane possa essere ben collegato con la città per favorire una mobilità facile ed accessibile. Altro tema cui dovremmo lavorare sarà quello della rigenerazione urbana; ci sono troppi immobili abbandonati che possono essere valorizzati anche al fine di rilanciare l’economia del territorio dopo questa dura e difficile pandemia che tutti noi stiamo vivendo. Dovremmo poi lavorare sul taglio degli sprechi: pensate, solo per fare un esempio, che la sede del Municipio di via Fabiola è in affitto, quando potremmo utilizzare uno dei tanti stabili abbandonati dove risistemare gli uffici attualmente presenti, liberando così importanti somme da destinare poi alla riqualificazione del territorio. Per realizzare tutto ciò è necessario saper intercettare i molteplici finanziamenti pubblici (fondi nazionali e comunitari) per una gestione più proficua del territorio in termini di idee e risorse finanziarie. Proprio in questi giorni il mio sguardo è proteso verso l’Europa e sto seguendo con attenzione ed interesse gli sviluppi del Piano di nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) il Recovery Plan che l’Italia presenterà alla Commissione europea nell’ambito del Next Generation EU, uno straordinario piano di finanziamenti, molti dei quali vedrà  coinvolta la PA delle città e dei comuni per l’attuazione territoriale dei suoi interventi. Mi riferisco, in particolare alle sei missioni di cui si compone, la Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura per il consequenziale potenziamento delle biblioteche territoriali; le  Infrastrutture per la mobilità sostenibile, l’istruzione e la ricerca come risposta al potenziamento delle infrastrutture logistiche e la lotta alla dispersione scolastica;  l’ Inclusione e la coesione per sostenere i Centri per l’impiego e l’imprenditorialità femminile, oltre che i servizi sociali con interventi mirati di rigenerazione urbana per i comuni; la Salute per rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio, modernizzare e digitalizzare il sistema paese con progetti di assistenza diffusa sul territorio per le cure primarie e intermedie con assistenza domiciliare e persino lo sviluppo della telemedicina ed infine e non per ultimo la Rivoluzione verde e la transizione ecologica per far fronte anche al problema dello smaltimento rifiuti con investimenti in economia circolare, fonti rinnovabili, smart grid, efficienza energetica degli edifici. Roma è oggi una città friabile, avvilita, profondamente diseguale, sempre più vecchia e impoverita materialmente e moralmente, anche a causa della pandemia. Gli eventi dell’ultimo anno, infatti, hanno accelerato il processo di impoverimento dei romani, causato anche da uno stato di profondo scoraggiamento dei cittadini, come se il moltiplicatore di disagio rappresentato dal Covid-19 avesse azzerato le aspettative e i legittimi sogni di una fascia di popolazione. Già nel 2019 si registrava una forte recrudescenza delle condizioni di precarietà socio-economica sofferta da un numero sempre maggiore di persone e di famiglie, e un vistoso allargamento della forbice tra classi sociali. Lo scorso anno, tale trend ha continuato ad accentuarsi, toccando l’apice a causa degli eventi pandemici noti a tutti. Sarà forse anche per questo che Roma non cresce più (si sono registrati 16 mila residenti in meno) ed è sempre più anziana (170 over 65enni ogni 100 minori under 14enni). Per questo è necessario che la politica torni a fare il suo mestiere: decidere e con coraggio. La politica è sempre stata la mia passione, e per politica intendo dedicarsi anima e corpo al bene comune mettendo a servizio del territorio – dove sono nato e cresciuto – le mie competenze. Vivo nel territorio di Roma XII da sempre, anche la mia famiglia è qui radicata da prima che io nascessi. Attualmente vivono nel quartiere Bravetta, ma in virtù della mia attività professionale e del mio impegno per il territorio mi sono mosso in tutto il municipio, da Massimina a Monteverde. Ogni quartiere ha le sue peculiarità e le proprie problematiche. Si tratta di tante piccole comunità che formano un territorio splendido che va da Trastevere sin su alla Pisana. Oltre a conoscere molto bene Monteverde conosco anche la parte più periferica ed estrema del territorio che non va lasciata indietro. Accanto all’esperienza professionale affianco anche quella volontariato nel campo del turismo e della cultura, che plasmo insieme alla mia passione per la politica e a quella per l’arte. Partendo da queste passioni, insieme ad un gruppo storico di amici, qualche anno fa abbiamo dato vita ad un’importante realtà che si occupa di visite guidate su tutta la città di Roma, un museo a cielo aperto “da attraversare in punta di piedi” come diceva il grande Alberto Sordi. Ma Roma non è solo centro storico, anche i nostri quartieri hanno tanto da raccontare, ed è proprio questo l’obiettivo che si è data la nostra realtà culturale, ovvero quello di valorizzare anche le zone meno note e meno conosciute. Proprio la scorsa settimana abbiamo fatto una passeggiata per Monteverde vecchio per far conoscere ai suoi residenti la sua storia il suo valore. Ritengo che attraverso proprio la conoscenza e la valorizzazione del nostro territorio si possa finalmente diffondere un senso civico che ci consentirà di far rispettare di più la nostra città e, magari conoscendola e imparandola ad amare di più sarà possibile mettere fine al degrado e all’inciviltà che è sotto gli occhi di tutti. C’è un ricco capitale umano, molto spesso non valorizzato, da scovare e spendere in favore della città, uomini e donne da coinvolgere e rendere produttivi per il bene di tutti. Da questa esperienza ho compreso ancora maggiormente quanto sia sentita la necessità che la città ritrovi il decoro urbano e la vivibilità, strumentale oltre che ai cittadini stessi anche ai turisti. Purtroppo l’emergenza sanitaria ha scombussolato i nostri piani – come a tutti del resto – ma ci ha costretti a reinventarci. La pandemia, infatti, non ha frenato le nostre mille idee: abbiamo ideato dei tour virtuali digitali, utilizzando la piattaforma Zoom e facendo rivivere le stesse emozioni delle visite fisiche, insieme agli esperti d’arte che, di volta in volta, hanno accompagnato gli spettatori nelle varie visite. Insomma, nulla può fermare la bellezza di Roma e la sete di conoscenza di questa meravigliosa città.