Il settore culturale ha subito nel profondo la crisi del COVID, ma anche negli anni precedenti a Roma e nel nostro Municipio in particolare è mancata una visione strategica delle politiche culturali. Una visione, ovvero, che metta insieme tutti i fattori: dagli operatori ai fruitori, dagli spazi comuni a un serio piano di spesa delle risorse a disposizione. Il tutto, calato all’interno di un contesto sociale molto mutato negli anni. L’intervento culturale è presidio del territorio, per questo motivo bisogna far interagire gli assessorati e gli uffici di Scuola, Cultura e Servizi Sociali.

Tavolo permanente sulla cultura: ripartiamo dall’ascolto di tutte le realtà, promuovendo un tavolo permanente della cultura municipale, aperto alla cittadinanza, per co-programmare e co-progettare le politiche locali. Con tale strumento, si potranno anche cogliere gli opportuni feedback e migliorare volta per volta.

Apertura di spazi culturali: nel nostro Municipio manca un cinema e non ci sono teatri aperti nelle aree periferiche. Inoltre ci sono due biblioteche funzionanti (Colli Portuensi e Villino Corsini), mentre non abbiamo alcun luogo simile a Massimina e la biblioteca di via Longhena (Pisana-Bravetta) al momento è chiusa. L’impegno a medio termine deve essere quello di aprire spazi culturali in ogni quadrante del territorio e rendere efficienti quelli già esistenti. Ma fin da subito, con altri tipi di scelte, la cultura va portata in ogni quartiere: inaugureremo subito una politica di spettacoli itineranti e arene da Porta Portese a Massimina. Questo ci permetterà non solo di rispondere a una esigenza sociale, ma anche di attuare quanto detto sull’abbattimento delle distanze tra centro e periferia, con la possibilità di avere servizi davvero di prossimità. Inoltre potremo così davvero rivitalizzare i nostri luoghi di incontro e di aggregazione (piazze, parchi etc.).

Iniziative: tornare a istituzionalizzare e rendere periodiche delle iniziative che si sono perse e che prima erano punto di riferimento nel nostro Municipio, come le iniziative natalizie o le notti bianche municipali (da fare quartiere per quartiere). Ma anche l’istituzione di una festa della musica territoriale o di una settimana del cinema municipale (magari proiettando i film di scuola in scuola). Ripetendo nel tempo queste iniziative, organizzate con procedure amministrative chiare e snelle, saranno via via più radicate tra la popolazione e potranno crescere di anno in anno, permettendo ai nostri territori di acquisire opportunità di scambio e di incontro.

Coinvolgere gli attori culturali: spesso non basta aprire spazi culturali e organizzare manifestazioni a cui invitare la cittadinanza. Non è solo questo il modo di coinvolgere i cittadini (specie quelli più giovani). Ora più che mai, insieme al Comune e al Sindaco, dovremo rivedere il nostro impegno per una vocazione realmente assistenziale e sociale di arte e cultura. Cosa vuol dire? Avere il coraggio di mettere al centro delle nostre politiche progetti che portino gli operatori culturali “dentro” le case delle persone, nelle piazze e nelle strade dove neanche ci sono luoghi attrezzati. Pensiamo ad esperimenti di teatro sociale e itinerante, o a progetti di street art tra i ragazzi del quartiere che possano così fare propria un’area che al momento è condannata al degrado e all’abbandono, contribuendo in questo modo al suo cambiamento.

Le strade e gli spazi dei nostri quartieri, inoltre, possono essere usate per ospitare eventi che coinvolgano anche i bambini, come letture ad alta voce, e per promuovere le tante realtà di volontariato e culturali del territorio.

Ma pensiamo anche ad altre forme di coinvolgimento dei cittadini, ad esempio giornate in cui si possa promuovere la cultura in ogni palazzo del territorio, coinvolgendo i condomini e dialogando con le associazioni di categoria che collaborano con il pubblico: se il condominio è in festa, anche l’intero Municipio è in festa.

Biblioteche e librerie: potenziamento della rete delle Biblioteche comunali di quartiere, che vanno estese e rese sempre più centri culturali polivalenti per favorire l’accesso a tutti gli altri prodotti culturali e in primo luogo ai servizi digitali (con connessioni di qualità), alla promozione della creatività giovanile locale,  con spazi liberi di incontro e sperimentazione e con orari estesi, rafforzandone la collaborazione strategica e la sinergia con le principali istituzioni culturali di Roma Capitale.

Sostegno delle librerie indipendenti, che svolgono una funzione culturale essenziale, di presidio e di incontro nei quartieri, con misure specifiche, dall’alleggerimento della Tari, alla segnaletica, al riutilizzo a loro favore di parte del patrimonio comunale diffuso.

Integrazione culturale: a proposito di integrazione, per democratizzare l’accesso delle ragazze e dei ragazzi meno abbienti al mondo della cultura, dello sport e dell’intrattenimento, non possono mancare oggi forme di ausilio, come voucher culturali o progetti che prevedano l’assegnazione di borse di studio.

Ascolto e dialogo con le realtà settoriali: tanto negli ultimi anni è cambiato nel panorama culturale italiano. Sono cambiati i modi di fare cultura, i modi di usufruirne, i luoghi di fruizione. E sono nate, anche nel nostro territorio, tante nuove realtà settoriali (associazioni, start up ecc.) che spesso vedono l’amministrazione pubblica come respingente. Ecco, dobbiamo ribaltare questo schema: il nostro assessorato alla Cultura si occuperà anche di istituzionalizzare forme continue di ascolto e assistenza per questi soggetti (ausilio nella scrittura dei bandi pubblici di ogni livello; creazione di idee e la loro traduzione in atti pubblici ecc.).