Sociale

Le politiche sociali rappresentano la parte centrale del piano di azione di un governo municipale, sia in ordine di risorse che in ordine di impegno. E si tratta, molto spesso, di andare a trattare con categorie fragili che non hanno neanche la voce per protestare. Qui, più che in ogni altro settore, si percepisce l’importanza del Municipio come primo gradino istituzionale, con particolare impegno nei confronti di tutte quelle categorie a rischio di esclusione sociale.

Di fatto, finora si stanno dando risposte a problemi nuovi con strumenti antichi. L’organizzazione delle politiche sociali romane è rimasta ferma negli ultimi trent’anni, con l’esternalizzazione dei tre servizi essenziali di assistenza (minori, disabili, anziani) e di sostegno nelle scuole (servizio OEPA). Peraltro, il Municipio XII ha storicamente brillato nella risposta a queste richieste portando avanti politiche di ascolto e presenza in ogni angolo del territorio, permettendo l’organizzazione di un servizio capillare.

Negli ultimi anni, tuttavia, sono peggiorate le condizioni economiche e sociali della città, che il fattore COVID 19 ha ulteriormente aggravato.

Piano sociale municipale: tutto quello che abbiamo detto, ci impone, appena saremo insediati, di iniziare il lavoro di stesura del nuovo Piano Sociale municipale, sia per mappare le nuove esigenze sia per introdurre nel dibattito istituzionale serie forme di intervento a tutela delle nuove fragilità.

Universalità del servizio sociale: non si può pensare di intervenire solo su richiesta del cittadino debole. Dobbiamo considerare il servizio di assistenza come integrato nella vita di ogni abitante, garantendo forme di supporto flessibili anche grazie all’ausilio delle nuove tecnologie. Ma per fare questo, ci vuole un radicamento profondo nel territorio che tocchi tutte le fasce di età. Pensiamo ai giovani, categorie fragilissime sottoposte a tante nuove forme di attacco (ad esempio, il cosiddetto “rischio informatico”, con tutti i pericoli che si possono correre navigando in Internet). Qui risulta centrale il ruolo della Scuola, con l’inserimento di programmi di educazione e ascolto.

Medico scolastico: dialogando con le associazioni dei medici di base, proporremo di istituire la figura del “medico scolastico”, punto di riferimento in molti comuni specie nel Nord Italia.

Sportello welfare municipale: pensiamo ai lavoratori che si trovano improvvisamente in situazioni di enorme difficoltà (il COVID deve averci insegnato tanto, con la proliferazione di richieste di semplici pacchi di alimenti necessari per sfamare intere famiglie). Ebbene, l’istituzione di uno sportello welfare municipale può garantire ascolto e proposte immediate.

Volontariato flessibile: vanno messe in rete le tante realtà di volontariato nate negli ultimi mesi, anche grazie alle nuove tecnologie. Questi attori rappresentano una preziosa risorsa per il nostro territorio. ONLUS e associazioni potrebbero essere coinvolte nell’erogazione diretta di servizi, sotto il controllo centralizzato dell’assessorato municipale. Immaginiamo di poter sostenere forme di volontariato “flessibile”: in una società giusta ed equa, non si deve lasciare indietro nessuno e molte persone possono e vogliono dare un supporto, nonostante il poco tempo che hanno a disposizione. Proporremo la creazione di una app e di una sezione dedicata sul portale per mettere in rete le richieste di volontariato da parte delle associazioni accreditate e la disponibilità dei cittadini.

Eccedenze esercizi commerciali: così come, grazie sempre alle nuove tecnologie, viene sperimentato in altre parti, si possono tracciare gli esercizi commerciali che hanno eccedenze di prodotti di ogni genere ed evitare gli sprechi (alimenti, vestiti, etc.).

Assistenza agli anziani: scorrendo le varie classi di età, scopriamo che il nostro Municipio è al terzo posto a Roma per età media avanzata. Sono anni che non ci sono serie politiche di assistenza agli anziani, che vengono coperti davvero minimamente solo dal servizio di assistenza domiciliare in caso di gravi patologie. Si tratta di cittadini che restano spesso soli, senza aiuti, spaesati nei confronti di un mondo che sta cambiando velocemente e li sta lasciando indietro.

Già da consigliere proposi la creazione di un servizio di assistenza digitale, a chiamata. Si tratta ora di un’urgenza: i più adulti e gli anziani vanno aiutati a usare gli strumenti tecnologici che permettono di accedere ai servizi, i quali vanno estesi anche ai tanti cittadini non italiani che hanno difficoltà di lingua e di orientamento nelle pieghe dell’amministrazione romana.

Un Municipio a misura di donna: L’uso della città è differente tra i generi, basti pensare al fatto che il lavoro di cura (ovvero tutte le attività che contribuiscono al benessere del nucleo famigliare)  ancora oggi grava per il 75% sulle spalle delle donne. Inoltre spesso la città è meno sicura per le donne, in qualunque luogo e a qualunque orario. In questo contesto occorre quindi potenziare i servizi erogati dalle istituzioni locali a sostegno delle donne, lavoratrici e non. Per questo vanno incrementate le infrastrutture, come gli asili nido, e vanno rivisti i tempi di apertura e chiusura estiva delle Scuole per l’infanzia, delle Primarie e Secondarie di primo grado.

Assistenza contro la violenza sulle donne: tante sono le categorie fragili in cerca di aiuto. Spesso, l’amministrazione è molto più lenta nel dare risposte rispetto al mondo associativo e di volontariato. Se poi pensiamo al dramma sociale della violenza sulle donne, non è ammissibile non avere ancora, nel nostro territorio, una casa-rifugio per garantire asilo a chi fugge con coraggio da una situazione dolorosa e pericolosa. Deve essere un impegno primario della nostra azione governativa: trovare un luogo idoneo e metterlo a disposizione.

Lotta al precariato: abbiamo parlato molto di volontariato, ma non possiamo dimenticare l’alta qualificazione professionale dei soggetti che si occupano dell’erogazione dei servizi sociali nel nostro territorio. Questa specificità va tutelata, ma non è sufficiente: Roma Capitale e i Municipi devono impostare politiche che contrastino il precariato e diano fondi adeguati alla copertura dei servizi richiesti.